L’acqua alcalina riduce l’acido lattico e favorisce il recupero muscolare negli sportivi

  • Autore: Luca Gillio
  • 05 mar, 2021

Grazie all’alta efficacia del suo potere idratante questa acqua è utile anche per espellere le scorie metaboliche prodotte durante l’attività fisica: ecco tutto quello che c’è da sapere nella nostra intervista ad una biologa specializzata in integrazione sportiva.

In un precedente articolo del nostro blog abbiamo già parlato dei numerosi benefici dell’acqua alcalina, un’acqua con un pH superiore a 7 che può favorire l’equilibrio acido-base dell’organismo.
Più nel dettaglio, abbiamo analizzato anche l’elevato potere idratante dell’acqua alcalina, che la rende particolarmente consigliata per gli sportivi.

Se sei uno sportivo, saprai che muscoli e tessuti adeguatamente idratati assicurano migliori prestazioni durante l’attività fisica. C’è di più: una corretta idratazione è fondamentale anche per assicurare le funzioni del cervello, al quale durante le prestazioni sportive sono richiesti una particolare abilità cognitiva e il mantenimento di una soglia di attenzione alta.

Quello che non tutti sanno, invece, è che bere adeguatamente (in termini di quantità e qualità) è essenziale anche per garantire migliori tempi di recupero dopo la pratica sportiva. Questa è una fase tutt’altro che trascurabile perché, una volta a riposo, l’organismo ha la necessità di espellere le tossine prodotte durante lo sforzo. Tra queste c’è anche l’acido lattico, responsabile dell’affaticamento e dell’indolenzimento muscolare che si avvertono dopo una prestazione sportiva.

Perché questo avvenga, però, è necessario scegliere con cura l’acqua che si beve perché non tutte le acque sono uguali!

Abbiamo chiesto ad una biologa specializzata in Alimentazione e Integrazione Sportiva, la dottoressa Barbara Garbagnati, di spiegarci perché una corretta idratazione favorisce l’espulsione dell’acido lattico e perché l’acqua di tipo alcalino è di grande validità in questo senso.

Dottoressa Garbagnati, innanzitutto, cos’è l’acido lattico e quali conseguenze può avere il suo accumulo nell’organismo se non viene correttamente eliminato?

«L’acido lattico è un sottoprodotto del metabolismo anaerobico lattacido, ovvero di quella componente metabolica che avviene in assenza di ossigeno. Viene chiamato anche lattato e rappresenta un composto tossico per le cellule. Una volta prodotto, infatti, si accumula nel sangue e genera la fatica muscolare».

Su quali basi scientifiche si fonda la riconosciuta efficacia dell’acqua alcalina nella riduzione degli effetti dell’acido lattico?

«Iniziamo col dire che l’acqua alcalina garantisce una maggiore idratazione dell’organismo e migliora la resistenza del corpo allo sforzo fisico. Quanto agli effetti sulla riduzione dell’acido lattico, il “segreto” è nel suo pH di poco superiore a 7 (quindi basico, che è il contrario di acido) fondamentale per garantire il corretto equilibrio acido-base dell’organismo».

Come avviene questo processo?

«L’acqua alcalina si comporta facendo da tampone rispetto alla condizione di acidità che si crea nell’organismo quando i muscoli, sotto sforzo, producono acido lattico. Mi spiego meglio: l’acido lattico produce ioni idrogeno, che sono dannosi per il fisico perché generano intossicazione muscolare e fanno virare il pH dell’organismo verso l’acidità; l’acqua alcalina, invece, tende a riportare in equilibrio il rapporto acido-base grazie ai suoi ioni idrossido, gruppi funzionali formati da una molecola di idrogeno e una molecola di ossigeno responsabili della basicità di un composto. Il risultato finale di questo processo è che le concentrazioni di acido lattico diminuiscono perché si ha un buon bilanciamento degli ioni liberi».


Tutto ciò in quali benefici si traduce per gli sportivi, sia sul recupero muscolare che sulle prestazioni successive?

«Abbassando la concentrazione dell’acido lattico si favoriscono il recupero muscolare e la riparazione delle fibre muscolari che normalmente si rompono durante l’attività fisica. Inoltre, aumentare la resistenza all’acido lattico garantisce anche una miglior performance poiché pone i muscoli nella condizione di massimizzare lo sforzo».

Dottoressa, sappiamo che il fabbisogno idrico degli sportivi può essere maggiore rispetto allo standard comune fissato in almeno 2 litri di acqua da bere ogni giorno. Quanto e quando è importante bere per garantirsi migliori performances in campo e scongiurare il rischio di disidratazione?

«La regola generale è quella di bere 1 litro di acqua ogni 25 kg di peso corporeo in condizione di normalità, cioè quando l’organismo non è sotto sforzo. Quando facciamo sport, invece, il fabbisogno idrico del corpo cresce ed è necessario aumentare questa quantità di circa il 10%. Ci sono naturalmente delle variabili da considerare: – il tipo di sport praticato – la frequenza degli allenamenti – l’intensità degli allenamenti Per intenderci: un maratoneta dovrà idratarsi maggiormente rispetto ad un velocista. In ogni caso, è sempre consigliato distribuire la quantità d’acqua durante tutta la giornata, prevedendo di berne una porzione anche durante l’attività fisica. Sicuramente è molto importante bere nel post-allenamento per reintegrare il carico di sali minerali».
Autore: Ioara Caracciolo 15 giu, 2023

Da alcuni anni come settore ambiente cerchiamo di dar vita ad un cambiamento strutturale all'interno di strutture affiliate AICS riguardo la gestione dell'acqua potabile avendo come obiettivo, affidandoci all'innovaziona tecnologica, l'eliminazione delle famigerate bottigliette d'acqua da mezzo litro.

Senza perdere troppo tempo in grandi spiegazioni sulla questione ambientale che facilmente ognuno di noi potrà approfondire effettuando ricerche o chiedendo a noi, ci limitiamo a fornire un dato esemplificativo: Ogni anno quasi 15 miliardi di bottiglie circolano nelle case degli italiani, nei ristoranti, nelle collettività e questo ci colloca sul gradino più alto al mondo come consumatori di bottiglie di acqua minerale.

Detto questo, il nostro tentativo è stato quello di reperire tra i nostri centri sportivi, circoli, comitati, qualcuno che fosse disponibile ad installare un erogatore d'acqua che, allacciato alla rete idrica comunale, provvedesse a filtrare l'acqua per depurarla da eventuali inquinanti senza però impoverirla delle qualità organolettiche. Eventualmente aggiungendo le 'bollicine' per chi proprio non può farne a meno.

Non è stato facile, numerosi sopralluoghi sono andati a vuoto anche a causa di problematiche di tipo logistico. Difatti l'installazione del macchinario richiede un accesso all'acqua potabile che, per evitare onerosi lavori di muratura, dovrebbe trovarsi in prossimità, o comunque non troppo distante, del luogo dove il centro intende ubicare la macchina. Ovviamente non possiamo nascondere che possono esserci anche delle difficoltà legate al menage economico della struttura che potrebbe ritenere meno remunerativo il refill della borraccia rispetto alla vendita della bottiglietta.

Ma non è questo a spaventarci, chi si occupa di ambiente sa che per poter operare un cambiamento importante e strutturale è necessario realizzare un'alchimia tra sensibilità ambientale, questioni logistiche, profitto. Ed anche su un argomento come questo che è unico (l'acqua) è necessario disporre di una pluralità di opzioni per potersi adattare alle singole specificità.

In ogni caso sino ad oggi non eravamo ancora riusciti ad installare un macchianario nonostante l'interesse dimostrato dai ns diversi interlocutori. Alcuni mesi addietro, tra i vari soggetti interpellati nel tempo, abbiamo parlato di questa idea con Valentina Russo, Presidente di Alter Ego, associazione con sede in Asti che conta circa 400 soci, tutte donne per statuto ci tiene a sottolineare.

La cosa positiva è stata il trovare un grande interessamento da parte sua, senza il quale si fa poca strada, il che ci ha consentito di avviare una serie di contatti tra l'azienda con cui tentavamo da tempo di installare una prima macchina per avviare una collaborazione nazionale e l'ASD AICS Alter Ego. Purtroppo la macchina non è risultata idonea poichè sovradimensionata rispetto alle esigenze e quindi non sostenibile per entrambi gli attori. Quindi un nuovo stop, breve, per poi iniziare la ricerca di un nuovo partner più versatile ed organizzato per essere sostenibile anche da singole strutture aperte ai soli soci.

Alla fine Valentina Russo è riuscita autonomamente a trovare un fornitore, ALKA2O, con il quale stiamo lavorando ad una convenzione nazionale e da alcuni giorni l'Asd Alter Ego ha eliminato completamente la plastica utilizzata per il consumo dell'acqua e quindi a lei va il primato di essere la prima associazione del mondo AICS a deplastificare l'acqua potabile all'interno della propria struttura.

L'asd Alter Ego ha scelto di non far pagare il servizio includendo l'acqua nell'abbonamento mensile ma esistono molte opzioni per la personalizzazione delle macchine: erogazione gratuita, refill borraccia a pagamento, acqua liscia a temperatura ambiente, refrigerata, frizzante etc etc.

Entro breve organizzeremo delle presentazioni on line in collaborazione con gli esperti dell'azienda ALKA2O per incrementare le associazioni AICS dove rendere disponibile acqua potabile deplastificata. L'ufficio comunicazione sta studiando la targa da rendere disponibile per le strutture che deplastificheranno completamente l'acqua potabile.

In conlusione segnaliamo che AICS Ambiente dal 2023 ha aperto una sezione del premio nazionale ambiente, che quest'anno giunge alla 5° edizione, dedicata esclusivamente alle buone prassi del mondo AICS in favore dell'ambiente e denominata: COMINCIO IO!

Autore: Valantina Mele 05 dic, 2022

Soddisfare il fabbisogno idrico dell’organismo è una necessità quotidiana, istintiva e irrinunciabile. E’ un elemento fondamentale per il raggiungimento di uno stato di salute ottimale.

 

Il nostro corpo è composto dal 60% al 70% di acqua, quindi più della metà. L’acqua è un nutriente essenziale per il nostro organismo, anche se non fornisce energia serve a soddisfare le necessità fisiologiche e nutrizionali dell’uomo.

Del totale dell’acqua presente nel nostro corpo il 75% è presente nei muscoli e negli organi interni, il 10% nel tessuto adiposo ed il 3% nello scheletro.

 

La quantità di acqua da bere è abbastanza variabile a seconda degli individui, tenendo conto dell’ambiente, del regime di lavoro ed attività, del tipo di alimentazione e degli stili di vita.

In condizioni normali il nostro corpo è in grado di autoregolarsi attraverso i meccanismi che regolano la sete per assumere il giusto fabbisogno d’acqua necessario a compensare le perdite idriche, che continuamente hanno luogo per effetto della sudorazione, respirazione, escrezione di urine e feci.

Tuttavia alcuni individui, soprattutto bambini ed anziani, sono maggiormente soggetti a disidratazione anche perché dimostrano una riduzione della percezione nella sensazione di sete e nello stimolo naturale a bere, con il rischio di non bilanciare adeguatamente e tempestivamente le perdite di acqua. Per questo, è necessario assecondare in tutti i casi il senso di sete tendendo ad anticiparlo.

La disidratazione, ha effetti anche seri sull’attività e sulle prestazioni fisiche dell’organismo.

Nelle forme più lievi è influenzata la termoregolazione e si manifesta la sensazione di sete. Con il prolungarsi del fenomeno si manifestano crampi, apatia, astenia, maggiore irritabilità.

Nelle forme più gravi inducono malessere generale ed anche allucinazioni fino a rischio di insorgenza del colpo di calore ed effetti letali.

 

Il gruppo di esperti scientifici dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Authority, EFSA) ha di recente ridefinito i valori di assunzioni di diversi nutrienti tra cui l’acqua, raccomandando la quantità che è necessaria assumere per godere di buona salute a seconda dell’età e del sesso.

 

I valori di riferimento, che considerano l’acqua assunta complessivamente – sia mediante consumo diretto che attraverso alimenti e bevande di ogni genere –, in condizioni di moderate temperature ambientali e medi livelli di attività fisica, sono così definiti:

  • neonati sino a sei mesi di vita: 100 mL/kg al giorno,
  • bambini

tra 6 mesi e un anno di età: 800-1000 mL/giorno,

tra 1 e 3 anni di vita: 1100-1300 mL/giorno,

tra i 4 e gli 8 anni di età: 1600 mL/giorno

età compresa tra 9-13 anni:

2100 mL/giorno per i bambini

1900 mL/giorno per le bambine

  • adolescenti, adulti e anziani:

femmine 2 L/giorno

maschi 2,5 L/giorno.

Questi valori sono indicativi; in condizioni di climi caldi e di attività fisiche intense, o altre condizioni che inducano disidratazione, i livelli di acqua da assumere possono variare sensibilmente (può considerarsi anche più del doppio dei valori indicati).

 

L’acqua che beviamo non è solo composta da idrogeno e ossigeno, ma essa è una soluzione di minerali e di conseguenza un vero e proprio alimento che la natura ci offre. I minerali sono, infatti, nutrienti essenziali per l’organismo umano. I minerali disciolti nell’acqua, presenti in quantità diversa a seconda della provenienza dell’acqua, sono assorbiti dal nostro organismo allo stesso modo in cui vengono assimilati i minerali presenti negli alimenti.

Quindi l’acqua è un alimento a tutti gli effetti, perché è fondamentale non solo per l’idratazione, ma anche perché ci permette di soddisfare quelli che sono i nostri fabbisogni per alcuni micronutrienti essenziali.

 

E’ buona abitudine, quindi, mantenere il proprio corpo idratato. Il mio consiglio è di cercare di bere un bicchiere d’acqua all’ora, consolideremo così questa corretta abitudine e raggiungeremo il nostro fabbisogno idrico!

 

Dott.ssa Valentina Mele

“Nella corretta alimentazione non esistono restrizioni ma solo scelte consapevoli”

Autore: Luca Gillo 09 giu, 2022
L’acqua alla quale abbiamo accesso nelle nostre case, può essere definita potabile quando le sue caratteristiche ne consentono l’utilizzo per scopi alimentari, senza che questa possa causare problemi alla salute.
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